

La quarta generazione
la nostra storia
La nostra, è una storia legata alla terra, partita da Castelnuovo dell’Abate dove mio nonno Bramante faceva il Contadino, prima di aprire un’officina a S. Angelo, in cui riparava i trattori, negli anni Trenta, ed arrivata al Poggiolo, dove oggi produco poche bottiglie, ma tante etichette, ognuna con una sua storia ed una sua filosofia.
Il vero protagonista di questa storia non sono io, è il mio babbo, Roberto, figlio di Bramante, proprietario a S. Angelo Scalo di un negozio di macchine agricole conosciuto da tutti, che nel 1971 decise di comprare un podere, Il Poggiolo, allora disabitato, senza una cantina, senza neanche un filare di vigna, in pratica, senza nulla. All’epoca a Montalcino i produttori di Brunello erano appena 28, non era quel fenomeno economico e commerciale che abbiamo imparato ad apprezzare nei decenni successivi. Eppure, babbo Roberto ci ha creduto da subito, ha piantato i primi 3 ettari, ha comprato le prime vasche di cemento e le prime botti di rovere di Slavonia, da 30 ettolitri, dove qualche anno dopo, nel 1980, sono nate le prime 4.000 bottiglie di Brunello di Montalcino, annata 1975.
Per me, la scintilla si accese nel 1984, quando partecipai per la prima volta al Vinitaly, e già l’anno successivo, il 1985 ho iniziato a metterci del mio, dando vita al primo Cru di Brunello di Montalcino, il Sassello, che seguiva la logica dei Cru francesi: una selezione sul mercato ad un prezzo doppio del base, quando ancora nessuno lo faceva. Nel 1989, con la scomparsa di babbo Roberto, mi sono trovato nella situazione di dover prendere in mano l’azienda, continuando a fare vino, fino ad oggi, esattamente come l’avrebbe fatto lui.
In tutto questo, un capitolo a parte lo merita Cecilia, la mia compagna, che mi ha sempre appoggiato senza mai farmi mancare il suo punto di vista critico, sostenendo i miei slanci e tenendo a freno i miei eccessi. Un ruolo difficile, perché lei è una persona solare, io umorale, sempre alla ricerca di un equilibrio. Una buona parte delle mie intuizioni sono merito suo, mi sono in un certo senso alimentato della sua energia.
ispirati dalla natura
Ogni cosa che puoi creare, la natura l’ha già creata.
Albert Einstein
La natura ci premia
Questa è una foto speciale, un’immagine che racconta più di mille parole. È l’interno della nostra vigna, e la terra, quasi per magia, ci risponde con un cuore al suo interno. Forse sente il nostro amore, la nostra dedizione, e ce lo dimostra in ogni modo possibile. Per noi, coltivare la vite non è solo un lavoro, ma un legame profondo con questo territorio. Ogni giorno, camminando tra i filari, sentiamo questa connessione crescere, trasformandosi in vini che parlano di passione, tradizione e rispetto per la natura.
La storia
Montalcino non è solo vino, ma anche storia, cultura e tradizioni culinarie. I visitatori possono esplorare il maestoso castello, passeggiare tra le vie del borgo e assaporare piatti tipici toscani abbinati ai rinomati vini locali. Un luogo dove il tempo sembra scorrere più lentamente, regalando emozioni autentiche.
Amiamo il territorio
Amiamo il nostro territorio perché siamo nati qui. Per noi, produrre vino non è solo un lavoro, ma una filosofia di vita. È il nostro modo di rispettare la terra di Montalcino e portare la sua eccellenza nel mondo. Ogni bottiglia racchiude la nostra passione, il nostro impegno e la tradizione di famiglia. Il vino che produciamo non è solo il frutto della vite, ma della dedizione e dell’amore per questa terra unica. E chi lo assaggia, può sentirlo in ogni sorso.
tutto in famiglia
La nostra azienda vinicola a conduzione familiare nasce dalla passione tramandata di generazione in generazione, dai nonni ai genitori, fino a me e mio fratello. Oggi, la tradizione continua con mia figlia e la mia compagna, mantenendo vivo il legame con la terra di Montalcino. Coltiviamo il Sangiovese con metodi sostenibili, producendo un Brunello che racconta la nostra storia e il nostro impegno per la qualità. Accogliamo con piacere chi desidera scoprire la nostra realtà, condividendo un’esperienza autentica fatta di passione, lavoro e famiglia.

Winemaker
Rudy cosimi
Rudy Cosimi porta nei propri geni la vena estrosa tipica della sua famiglia. Simpatico, generoso, svelto di testa e di parola, ha una vena artistica che esprime nelle etichette e nei nomi degli eccellenti vini che produce nella sua cantina. Come il Bionasega, che si prende burla con ironia tutta toscana della moda dei vini biologici.
«Sia chiaro, non sono contrario ai prodotti bio. Diciamo piuttosto che mi prendo gioco di quella che in molti casi mi sembra soltanto un espediente di marketing. Ma ognuno è libero di fare il vino come gli pare. Nella mia cantina seguo lo stile classico, faccio tutto a mano e in bottiglia il risultato si sente».
La storia del Poggiolo, dove nascono il Brunello di Montalcino e il Toscana Igt Bionasega, comincia esattamente 50 anni fa.
«Mio babbo Roberto comprò 65 ettari molto in alto (una caratteristica che conferisce ai vini eleganza ed eccellente acidità) in una zona a un km a sud ovest di Montalcino nel 1971. Acquistò i terreni con il denaro che aveva messo da parte vendendo macchine agricole, l’attività a cui dedicò gran parte della sua vita. Quando fece la prima bottiglia di Brunello a Montalcino eravamo solo 28 produttori. Per babbo l’idea di poter produrre le proprie bottiglie era importante. Io porto avanti con orgoglio il suo lavoro cercando di creare un prodotto artigianale sempre più raffinato e piacevole. Che piacerà, sono certo, agli amanti dei vini del territorio montalcinese».